giovedì 30 ottobre 2014

EBOLA E LEGIONELLA. Scopriamo le differenze..


LEGIONELLA

DA DOVE PROVIENE?



Le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: si riscontrano nelle sorgenti, comprese quelle termali, nei fiumi, laghi, vapori, terreni. Da questi ambienti esse risalgono a quelli artificiali come le condotte cittadine e gli impianti idrici degli edifici, come i serbatoi, le tubature, le fontane e le piscine (sono state rilevate anche in fanghi di fiume o torrente, o argilla per manufatti in terracotta).
  
SINTOMI DELLA MALATTIA


I sintomi della legionella sono soprattutto di tipo respiratorio: tosse secca o grassa, difficoltà a respirare ma anche febbre alta e brividi. Sono molto simili a quelli della più comune polmonite e per questo spesso la diagnosi non è immediata. Possono comparire però anche dolori muscolari, perdita di appetito, problemi
gastrointestinali come la diarrea, neurologici e cardiaci.
Esiste una forma più leggera (febbre di Pontiac) e una più pesante della malattia (malattia del legionario), la prima ha un periodo di incubazione di 1-2 giorni, la seconda invece di 5-6 e se non tempestivamente riconosciuta può portare al decesso.

DIAGNOSI

L'unico modo per sapere se si è affetti da legionellosi è fare uno specifico test di laboratorio che unitamente ai segni clinici e ai sintomi, permette la diagnosi. E' difficile distinguere la legionellosi dalle altre polmoniti soltanto attraverso i sintomi.
Le indagini che permettono la diagnosi sono: radiografia del torace e test di funzionalità renale completate con isolamento del batterio in coltura (espettorato, sangue, ecc.), ricerca degli antigeni urinari.

TRATTAMENTO

La febbre di Pontiac non richiede terapia antibiotica, ma solo sintomatica. La malattia del legionario si avvale di terapia antibiotica con preferenza per l'eritromicina endovena (4g/die) con abbondante idratazione.


PREVENZIONE


Una misura importante è la disinfezione delle riserve d'acqua, che può essere fatta con surriscaldamento (70-80 °C), o ionizzazione con rame-argento (metodo commerciale usato negli ospedali). L'iperclorazione, in questo caso, non è considerato un metodo ottimale.


TRASMISSIONE


La legionella si trasmette all’uomo attraverso l’inalazione di aerosol contaminati, quindi tutti i luoghi in cui si può entrare a contatto con acqua nebulizzata possono considerarsi a rischio.

EBOLA

DA DOVE PROVIENE?


Il cosiddetto serbatoio naturale del virus sono molto probabilmente le volpi volanti, grossi chirotteri che mangiano frutta e abitano le foreste tropicali; si pensa che il virus "viva" all'interno di questi animali da moltissimo tempo perché non causa in essi nessuna sintomo.

Per arrivare all'uomo il virus potrebbe essere passato dalle volpi alle scimmie, o altri animali della foresta, e infine all'uomo attraverso il fenomeno del bush-meat, cioè la carne ricavata da animali selvatici come antilopi o scimpanzé. Il fenomeno si è aggravato da quando compagnie occidentali e cinesi sono penetrate nella giungla per il disboscamento e la ricerca di fonti di minerali. Mangiando la carne di questi animali gli uomini possono essere rapidamente contagiati. 

SINTOMI DELLA MALATTIA


La malattia evolve con la comparsa di segni e sintomi ascrivibili a danni in diversi organi e apparati. Oltre a segni di prostrazione, possono essere presenti segni e sintomi di alterazioni nella funzione epatica e renale, respiratoria, gastrointestinale, del sistema nervoso centrale (cefalea, confusione), vascolare (iniezione congiuntivale/faringea), cutaneo (esantema maculo papuloso).

I fenomeni emorragici, sia cutanei che viscerali, compaiono in oltre la metà dei pazienti affetti da Evd, in genere dopo una settimana dall’esordio.
  
DIAGNOSI

La diagnosi clinica dell’Ebola è difficile nelle fasi iniziali dell’infezione. I primi sintomi, infatti, sono aspecifici e simili a quelli di altre malattie infettive (es. tifo e malaria). La maggior parte delle persone affette da Ebola, hanno alte concentrazioni di virus nel sangue. Gli esami del sangue e reazione della trascrittasi inversa della polimerasi a catena (PCR), sono in grado di individuare specifici geni o virus.  
  
TRATTAMENTO

Dato che nessun farmaco antivirale è efficace nel trattamento dell’Ebola; la terapia primaria consiste
esclusivamente in cure ospedaliere di supporto che comprendono: bilancio degli elettroliti (dato che i pazienti sono frequentemente disidratati), ripristino dei fattori di coagulazione per arrestare il sanguinamento, mantenimento dei
parametri ematici e di ossigenazione, trattamento delle complicanze infettive e delle eventuali sovrainfezioni.


PREVENZIONE


prevenire l’infezione e la diffusione dell’Ebola occorre: evitare di mettersi in viaggio in aree dove i focolai sono noti, non mangiare la carne di animali selvatici e carne cruda di cui non si conosce la provenienza, evitare il contatto fisico con persone ammalata e i loro escreti corporei; evitare il contatto con animali selvatici vivi o con i loro cadaveri (in particolare, pipistrelli e scimmie). Gli operatori sanitari che prestano soccorso a persone infettate devono indossare indumenti protettivi (guanti, mascherine, camice e protezioni per gli occhi), tenendo i malati isolati, disinfettando e smaltendo gli aghi per iniezione e le siringhe che ovviamente non devono essere riutilizzati. Per seppellire i corpi delle persone morte di Ebola, ancora contagiosi, occorre indossare l’appropriato equipaggiamento protettivo.
  
TRASMISSIONE

La trasmissione avviene per contatto interumano diretto con organi, sangue e altri fluidi biologici (es saliva, urina, vomito) di soggetti infetti (vivi o morti) e indiretto con ambienti contaminati da tali fluidi.



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