LEGIONELLA
DA DOVE
PROVIENE?
Le legionelle sono presenti negli
ambienti acquatici naturali e artificiali: si riscontrano nelle sorgenti, comprese quelle termali, nei
fiumi, laghi, vapori, terreni. Da questi ambienti esse risalgono a quelli
artificiali come le condotte cittadine e gli impianti idrici degli edifici,
come i serbatoi, le tubature, le fontane e le piscine (sono state rilevate
anche in fanghi di fiume o torrente, o argilla per manufatti in terracotta).
SINTOMI DELLA
MALATTIA
I sintomi della legionella
sono soprattutto di tipo respiratorio: tosse secca o grassa, difficoltà
a respirare ma anche febbre alta e brividi. Sono molto simili a quelli
della più comune polmonite e per questo spesso la diagnosi non è immediata.
Possono comparire però anche dolori muscolari, perdita di appetito, problemi
gastrointestinali come la diarrea,
neurologici e cardiaci.
Esiste una forma più leggera
(febbre di Pontiac) e una più pesante della
malattia (malattia del legionario), la prima ha un periodo di
incubazione di 1-2 giorni, la seconda invece di 5-6 e se non tempestivamente
riconosciuta può portare al decesso.
DIAGNOSI
L'unico modo per sapere se si è affetti
da legionellosi è fare uno specifico test di laboratorio che unitamente ai
segni clinici e ai sintomi, permette la diagnosi. E' difficile distinguere la
legionellosi dalle altre polmoniti soltanto attraverso i sintomi.
Le indagini che permettono la diagnosi
sono: radiografia del torace e test di funzionalità renale completate con
isolamento del batterio in coltura (espettorato, sangue, ecc.), ricerca degli
antigeni urinari.
TRATTAMENTO
La febbre di Pontiac non richiede
terapia antibiotica, ma solo sintomatica. La malattia del legionario si
avvale di terapia antibiotica con preferenza per l'eritromicina endovena
(4g/die) con abbondante idratazione.
PREVENZIONE
Una misura importante è la
disinfezione delle riserve d'acqua, che può essere fatta con surriscaldamento
(70-80 °C), o ionizzazione con rame-argento (metodo
commerciale usato negli ospedali). L'iperclorazione,
in questo caso, non è considerato un metodo ottimale.
TRASMISSIONE
La legionella si trasmette all’uomo
attraverso l’inalazione di aerosol contaminati, quindi tutti i luoghi in cui
si può entrare a contatto con acqua nebulizzata possono considerarsi a
rischio.
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EBOLA
DA DOVE
PROVIENE?
Il cosiddetto serbatoio naturale del
virus sono molto probabilmente le volpi volanti, grossi chirotteri che
mangiano frutta e abitano le foreste tropicali; si pensa che il virus
"viva" all'interno di questi animali da moltissimo tempo perché non
causa in essi nessuna sintomo.
Per arrivare all'uomo il virus
potrebbe essere passato dalle volpi alle scimmie, o altri animali della
foresta, e infine all'uomo attraverso il fenomeno del bush-meat, cioè la
carne ricavata da animali selvatici come antilopi o scimpanzé. Il fenomeno si
è aggravato da quando compagnie occidentali e cinesi sono penetrate nella
giungla per il disboscamento e la ricerca di fonti di minerali. Mangiando la
carne di questi animali gli uomini possono essere rapidamente contagiati.
SINTOMI DELLA
MALATTIA
La malattia evolve con la comparsa di
segni e sintomi ascrivibili a danni in diversi organi e apparati. Oltre a
segni di prostrazione, possono essere presenti segni e sintomi di alterazioni
nella funzione epatica e renale, respiratoria, gastrointestinale, del sistema
nervoso centrale (cefalea, confusione), vascolare (iniezione
congiuntivale/faringea), cutaneo (esantema maculo papuloso).
I fenomeni emorragici, sia cutanei che
viscerali, compaiono in oltre la metà dei pazienti affetti da Evd, in genere
dopo una settimana dall’esordio.
DIAGNOSI
La diagnosi clinica
dell’Ebola è difficile nelle fasi iniziali dell’infezione. I primi
sintomi, infatti, sono aspecifici e simili a quelli di altre malattie
infettive (es. tifo e malaria). La maggior parte delle persone affette da
Ebola, hanno alte concentrazioni di virus nel sangue. Gli esami del sangue e
reazione della trascrittasi inversa della polimerasi a catena (PCR), sono in
grado di individuare specifici geni o virus.
TRATTAMENTO
Dato che nessun farmaco antivirale è
efficace nel trattamento dell’Ebola; la terapia primaria consiste
esclusivamente in cure ospedaliere di
supporto che comprendono: bilancio degli elettroliti (dato che i pazienti
sono frequentemente disidratati), ripristino dei fattori di coagulazione per
arrestare il sanguinamento, mantenimento dei
parametri ematici e di ossigenazione,
trattamento delle complicanze infettive e delle eventuali sovrainfezioni.
PREVENZIONE
prevenire l’infezione e la diffusione
dell’Ebola occorre: evitare di mettersi in viaggio in aree dove i
focolai sono noti, non mangiare la carne di animali selvatici e carne cruda
di cui non si conosce la provenienza, evitare il contatto fisico con persone
ammalata e i loro escreti corporei; evitare il contatto con animali selvatici
vivi o con i loro cadaveri (in particolare, pipistrelli e scimmie). Gli
operatori sanitari che prestano soccorso a persone infettate devono indossare
indumenti protettivi (guanti, mascherine, camice e protezioni per gli occhi),
tenendo i malati isolati, disinfettando e smaltendo gli aghi per iniezione e
le siringhe che ovviamente non devono essere riutilizzati. Per seppellire i
corpi delle persone morte di Ebola, ancora contagiosi, occorre indossare
l’appropriato equipaggiamento protettivo.
TRASMISSIONE
La trasmissione avviene per contatto
interumano diretto con organi, sangue e altri fluidi biologici (es saliva,
urina, vomito) di soggetti infetti (vivi o morti) e indiretto con ambienti
contaminati da tali fluidi.
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giovedì 30 ottobre 2014
EBOLA E LEGIONELLA. Scopriamo le differenze..
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